Difficile indicarne il periodo di inizio della produzione, anche se a rendere nota il distillato di vino, la Grappa, penso un medico, Michele Savonarola, con il suo De Conficienda Aqua Vitae, che di fatto eil primo trattato sull'argomento. Nacque a Padova nel 1384 da Giovanni Savonarola, Giovanni Michele, apparteneva a una delle famiglie pili ricche della città, con buona probabilità legata all'industria della lana. Si laureo in medicina nel 1413, tra i suoi insegnanti c'erano Jacopo della Torre e Galeazzo di Santa Sofia. Nel Quattrocento divenne uno dei pili famosi professori di Padova dove resto fino al 1440, anno in cui fu chiamato all'ateneo ferrarese. A Ferrara insegno fino al1450, continuando a fare il medico alla corte degli Estensi per Niccolo d'Este, e rimase sotto la sua protezione fino al 1464, quando morì, probabilmente fra il 2 maggio e il 16 giugno. Secondo Pico della Mirandola Michele Savonarola segui, in quanta prozio, i primi passi dell'educazione delfrate domenicano Girolamo, famoso predicatore e fustigatore del mal costume, che sara impiccato e messo al rogo in piazza della Signoria a Firenze. Umanista, scienziato, Michele fu molto prolifico, scrisse di medicina, di arte, stabilendo una serie di primati: parlo per primo della patologia del bacino stretto, e fu sempre il primo a descrivere Ie pratiche balneoterapiche e Ie acque termali d'Italia, e in particolare quelle legate alle zone del padovano. E di notevole interesse, per la storia dell'arte, estato considerato il suo Libellus de magnificis ornamentis regiae civitatis Paduae. Anche se il punto pili alto lo raggiunse con Pratica Maior (Pratica de egritudinibus a capite usque ad pedes) su quanto si conosceva al tempo della medicina «dalla testa ai piedi»; un trattato arricchito da osservazioni provenienti dall'esperienza pratica. Altra sua opera fondamentale sui primi studi scientifici moderni sulla pediatria e sulla puericultura fu il trattato in volgare De regimine pregnantibus et noviter natorum usque ad septennium. Le sue opere e la loro fama crebbero con l'invenzione della stampa che ne permise una vasta diffusione, tanto che Ie frasi latine utilizzate da Callimaco, quando si fa passare per medico nella Mandragola (1524) di Niccolò Machiavelli, derivano dal trattato Pratica Maior e dal De urinis. Fortemente legato alla tradizione intellettuale padovana, continuatore della visione tracciata dal naturalista Pietro D'Abano, distillo Ie acque delle Terme di Abano, trovandole sulfuree, con calce e allume. Oltre a far sapere quanta gente se ne servisse ne descrisse anche Ie proprieta nel De Balneis Thermis naturalibus. Mentre nel De Conficienda Aqua Vitae Savonarola analizzo e progetto in maniera dettagliata strumenti e metodi di distillazione, descrivendo un vero processo industriale per la distillazione, e favorendo in tal modo il commercio veneto, gia fiorente, dell'acquavite, che da Venezia si dirigeva verso il resto dell'Europa e soprattutto in Olanda. Inoltre fu anche in grande di mettere a punto l'arte dell'aromatizzazione delle acquaviti con infusi e distillati di piante aromatiche da lui chiamata aqua ardens composita. Prima di lui avevano descritto la preparazione dell'acquavite e il metodo di distillazione per rendere il prodotto più ricco (attraverso i vapori alcolici per mezzo di cenere o calce viva) alcuni alchimisti arabi, come Rhases e Avieenna. Questi ultimi distillavano probabilmente anche il mercuric e forse l'alcol. La parola viene dall'arabo al-kohol e indicava Ia polvere nera che utilizzavano Ie donne come collirio e trucco. Prima di loro Abu Moussah Dschabir aI-Soli, detto Geber, individuo gli apparecchi per Ia distillazione dei vegetali come l'acqua di rose, rimedio per parecchie malattie. Questa tradizione della scienza araba fu trasmessa alla scienza medievale europea con la Scuola Salernitana del x secolo, con la diffusione dell'alchimia nei monasteri. La parola aqua ardens, derivante dal vino, leggera a tal punto da galleggiare sull'olio di oliva, la si ritrova, ad esempio, negli scritti di Alberto Magno, a meta del Duecento, e nel codice vaticano Consilia del 1276. Ma la popolarità del distillato arrivo con Michele Savonarola. Del resto a Venezia la vendita e il commercio dei distillati era fiorente, il mercato di acquavite di vino era florido, e la sua distillazione diffusa in tutto il Veneto tra Duecento e Trecento, con esportazioni in Germania e in Oriente, anche perche era considerata un rimedio per la peste e la gotta. La vinaccia, probabilmente l'inizio della sua distillazione, già nel XIV o XV secolo, e il suo prodotto, la grappa, trattandosi del distillato dele bucce, dei semi e dei raspi non era un'acquavite destinata aa popolazione ricca, e in quei tempi il gusto doveva essere molto secco e pungente. Pur essendo oggi, dopo secoli, di un sapore meno tagliente, conserva ancora tre caratteristiche peculiari: semplicità, forza e il fatto di essere bruciante. Per queste particolarità e divenuta un compagno di viaggio per gli alpini e i soldati nella Grande Guerra, come testimonia il Monte Grappa. Distillata in passato con alambicchi a bagnomaria o a fuoco diretto, in principio era solo grappa bianca, derivante dalle vinacce miste. Di enorme importanza il suo sviluppo nel secondo dopoguerra, quando divenne pili ammorbidita nel gusto. E se la distilleria Nardini esiste a Bassano del Grappa dal1779, la ditta Modin, che aveva sede a Ponte di Brenta, alla periferia della città, fu per Padova un punto di riferimento per molto tempo, e occupava molti cittadini della zona. I:azienda che risale al1842 mise a punto con il suo fondatore, Luigi Rigato, e in seguito con Ferdinando Modin, la tecnica di produzione del "ripasso": in una prima fase Ie vinacce venivano attraversate dal vapore diretto per estrarre aromi e alcol, che condensavano in un liquido a bassa gradazione alcolica; illiquido posta in un alambicco denominato "Modin" veniva distillato di nuovo, e generava nuovi composti aromatici.
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